ufficio parrocchiale: 0183 61901

info@parrocchiasanmaurizio.it

Relazione Storico Artistica

La Basilica di San Maurizio e Compagni Martiri fu eretta su progetto dell’architetto Gaetano Cantoni (1745/1838) , il quale per la sua redazione si ispirò ai disegni dell’architetto Galeazzo Alessi per la Basilica di Santa Maria di Carignano a Genova.

La prima pietra fu posta nella parte absidale il 6 maggio 1781 da Mons. Stefano Giustiniani, Vescovo di Albenga; nel 1789 i lavori furono interrotti e ripresero solo nel 1818 (dichiarata l’unificazione della Liguria al Regno di Sardegna), quarant’anni dopo la posa della prima pietra. I lavori furono ultimati nel 1828, come riportato sul frontespizio, nel fregio ionico posto sul pronao. Il nuovo grandioso tempio di San Maurizio viene consacrato ufficialmente il 28 ottobre 1838 da parte del Cardinale Giacomo Luigi Brignale; tale data coincide con la cessazione e la successiva demolizione della vecchia parrocchiale omonima sul Parasio, edificata nel 1462 sulla preesistente.

La soluzione adottata dal Cantoni – pur con le modifiche apportate dal nipote, architetto Pier Luigi Fontana, subentrato nella direzione dei lavori dopo il crollo della prima mastodontica cupola – fu un corpo di fabbrica di dimensioni notevoli, rilevante a scala urbana e territoriale, dominato dalla grande cupola, scandito all’intorno da due campanili in facciata e da corpi di diversa altezza sui fianchi con cupolini, timpani triangolari di coronamento e arconi sfondati o tamponati.

Possiamo dire con A. Rossi che “ Ancora oggi, se noi paragoniamo l’emergente segnale plastico cromatico della basilica rispetto alle antiche vedute, ai vecchi dipinti, ci rendiamo conto dell’intelligenza e della sensibilità della scelta e di come, nonostante la creazione della piazza antistante la fronte con i volumi che la delimitano, ancor oggi Porto Maurizio si qualifichi e si caratterizzi per la presenza dominatrice e accentratrice di questa chiesa che sovrasta l’aggrapparsi così suggestivo della vecchia chiesa demolita. Così il blocco organico e compatto dell’edificio si pianta saldamente su un grande spazio adatto nei suoi tagli rigorosi ad ospitare un volume che per sua natura deve essere isolato e leggibile da tutti i punti di vista “ (A. Rossi “Un pittore per una grande basilica” tip. Dominici – Imperia 1986).

L’edificio è compreso in un grande rettangolo di circa settanta metri per quarantadue che comprende anche l’abside e vani di servizio e sacrestie, e ai piani superiori le abitazioni dei presbiteri. E’ alta quarantotto metri alla sommità della lanterna (all’interno la cupola è trentatré metri) e i campanili raggiungono quaranta metri. La Basilica ha pianta a croce latina con tre navate e si sviluppa su una superficie di mq. 3054.

Al suo interno vi sono 236 colonne, 22 lesene sormontate da capitelli e 11 altari compreso quello principale. La copertura è a falde interrotta da sette cupole ottagonali: sei minori disposte simmetricamente ed una maggiore centrale posta in corrispondenza dell’altare principale. La cupola centrale, esternamente ottagonale, con terrazzo e lanterna circolare, rappresenta uno tra i maggiori pregi architettonici della Chiesa, con il suo imponente diametro e con i suoi circa 50 metri di altezza; la volta si erge sopra quattro arconi e sopra quattro grandiose colonne che sostengono una cornice architravata di ordine corinzio, lo stesso ritrovato in tutte le altre colonne minori che sorreggono il cornicione generale del Tempio, fino al Coro di forma pressoché semicircolare.

Il prospetto frontale è anch’esso di impianto neoclassico, con un portico formato da otto colonne doriche preceduto da una monumentale scalinata formata da 11 gradini in marmo bianco di Carrara e da un corpo soprastante scandito da sei semi-colonne addossate in stile dorico sormontato da un frontone decorato a stucchi. Il frontespizio è racchiuso tra due campanili che si elevano dal basamento in bugnato “appiattito” (in sostituzione dell’originale decorato da quattro paraste).

“Il Duomo ha nella facciata tutta la compassata freddezza e nobiltà dei motivi ripresi dal Rinascimento, combinati con lo spirito della tradizione barocca. Un portico ed un timpano di linee nettamente classiche, inquadrati tra due campanili di reminiscenza berniniana” (N. Lamboglia in ‘ I monumenti delle valli di Imperia’ Bordighera 1963).
Le tre statue situate nel frontespizio della facciata rappresentanti S. Maurizio, S. Etolo e S. Secondo sono opera dello scultore savonese Stefano Brilla. Allo stesso sono dovuti i quattro maggiori profeti sottostanti: Ezechiele, Daniele, Isaia e Geremia, mentre le quattro statue di marmo presenti sotto il pronao sono state scolpite nel 1686 ed adornavano già in precedenza l’abside della primitiva Chiesa di San Maurizio sul Parasio.

“ La fronte per cui ancora si è richiamato il parametro di S. Maria in Carignano a Genova, e di cui invece, se mai, bisognava chiamare un universale rapporto con le fronti delle chiese anche più antiche dell’Armenia fino alle forme settecentesche dell’Occidente, risponde più propriamente, e non poteva essere altrimenti, al disegno di quello stile puro e tutto ispirato a classici modelli. Rammentiamo il rifacimento di San Paolo fuori le mura dopo il famoso incendio e la rigorosa applicazione del grande atrio di base sovrastato dalla ampia fronte timpanata, esastila, con sul rinfianco i campanili che hanno, nel taglio secco dei due piani ad ordini sovrapposti (ionico e corinzio) su colonne binate, forti sbattimenti luministici. Si noti che il parametro a bugnato liscio forse di G. Marsano, tante volte sfruttato dai neoclassici, nel progetto cantoniano non esisteva; qui delle paraste continuavano in maniera molto più logica, la plastica volumetria verticale delle torri aggettivando maggiormente il porticato octastilo.” (A. Rossi op.cit.)